Molti dei ragazzi di Horse Academy ti hanno indicato come la concorrente che avrebbe meritato di vincere. Tu sentivi di potercela fare?
Sentivo di poter arrivare in finale perché sapevo di aver fatto un bel percorso. Per quanto riguarda la vittoria… beh certamente ci ho pensato, chi di noi non l’ha fatto? Penso però di essere emersa poco caratterialmente rispetto ai miei amici finalisti.
Nella prossima edizione del Talent potrebbero essere modificati i limiti di età e si potrebbe dare spazio anche a concorrenti internazionali. Sei d’accordo con questi cambiamenti o lasceresti tutto com’è?
Sono d’accordo e penso che possa essere un’ottima idea, sarebbe un’occasione per tutti di confrontarsi a livello internazionale e così facendo il livello della competizione si alzerebbe ancora di più!
Horse Academy è stata senza dubbio per tutti voi un’occasione grandissima: quella di potersi mettere a confronto quotidianamente con grandi maestri del settore come Roberto Rotatori, Giovanni Consorti e Roberto Brenna. Da chi senti di aver imparato di più?
Penso che tutti e tre ci abbiano insegnato tanto. Senza dubbio la persona che è stata più vicino a noi durante la nostra esperienza ad Horse Academy è stato Roberto Brenna, ma sento di dover ringraziare tutti, nessuno escluso. Anche gli sponsor, che ci hanno messo a disposizione materiale all’avanguardia e perfetto per le nostre esigenze come il tapis roulant Handy.
Il Talent è stata anche l’occasione per costruire nuove amicizie: con chi credi si sia creato il rapporto più solido in assoluto?
Credo che questa sia la domanda più difficile. Ho incontrato delle persone speciali e ho condiviso con loro la mia passione più grande, cosa chiedere di più? Detto questo non posso fare soltanto un nome, ognuno di loro mi ha dato qualcosa. Di sicuro Emanuele (che già conoscevo prima), Pietro, Nicolò e Gianmarco sono le persone che stimo di più.
Cosa è cambiato nella tua vita quotidiana e nelle tue abitudini dopo Horse Academy?
Le mie abitudini sono sempre le stesse, la mia vita è sempre stata con i cavalli, ma forse il mio spirito è un po’ cambiato. Ora affronto le mie giornate con più entusiasmo e mi sento più consapevole delle mie capacità. Sempre pronta a migliorare ancora, ovviamente.
Quali sono secondo te i tre ingredienti magici che non possono mancare in un giovane che voglia diventare un buon Cavaliere?
Passione, spirito di sacrificio, umiltà.
Come Cavaliere qual è il tuo sogno nel casseto? Immaginati tra 10 anni: dove vorresti arrivare?
Per me la cosa più importante non è “arrivare in alto” ma rimanerci, ottenere cioè risultati nelle gare più importanti e con continuità. Quindi il mio sogno sarebbe quello di affrontare gare internazionali con costanza e buoni risultati, fino ad arrivare un giorno… chissà… alle Olimpiadi. Nel nostro sport è difficilissimo arrivare ai massimi livelli ma molto facile tornare indietro, l’importante è non sentirsi mai arrivati. C’è sempre qualcosa da imparare!
Il Top e il Flop: scegli e raccontaci il momento più bello e quello più brutto che hai vissuto in Accademia…
Beh il ricordo più duro è legato al giorno delle eliminazioni, quando Giulia Piubello è dovuta andare via. I momenti belli invece sono stati veramente molti, ma forse quello più intenso è rappresentato dal giorno della finale. C’era tensione, è vero, ma mi sono divertita tantissimo e soprattutto ho condiviso quell’esperienza proprio con le tre persone che avrei voluto insieme a me quel giorno.