I classici parlavano del genius loci, in quanto entità divina legata ad un luogo, e Chantilly, cittadina consacrata al cavallo, è forse uno di quei posti dove è possibile capire cosa intendessero gli antichi. Così almeno è per Yves Bienaimé, che di Chantilly può definirsi il signore, con la creazione trent’anni or sono del Museo Vivente del Cavallo. Dopo due stagioni di restauro, il Museo è pronto nuovamente per l’inaugurazione, il 7 e l’8 giugno, con un’apertura speciale e la visita in anteprima delle quindici sale, accompagnati dal curatore del Museo Benoit Junod e da Sophie Bienaimé, direttrice equestre e artistica delle Grandi Scuderie. Sede dell’ippodromo e del concorso ippico 5 stelle di salto ostacoli, tappa del Longines Global Champions Tour, les Grandes Écuries raccontano la storia di un dominio dedicato ai cavalli. Secondo la leggenda, Louis-Henri de Bourbon pensava in una seconda vita di reincarnarsi in un cavallo e commissionò la costruzione delle scuderie all’architetto Jean Aubert, lasciando alla Francia uno dei capolavori del XVIII secolo. Caduta in disgrazia sotto i colpi della Rivoluzione francese, la corte principesca fu spazzata via ma le Grandi Scuderie si salvarono miracolosamente. Nelle mani nel 1830 di Henri d'Orléans, Chantilly riprese a brillare, per passare alla sua morte all’Istituto di Francia fino ai giorni nostri. Dal 1982 le Scuderie ospitano il Museo Vivente del Cavallo, oggi pronto alla riapertura al pubblico. “Si tratta di un museo vivente – spiega Sophie Bienaimé, figlia di Yves – perché, senza cavalli, sarebbe stato inconcepibile per papà”. Yves arrivò a Chantilly nel 1959 all’epoca del colonnello Jousseaume, cinque volte medaglia olimpica e fu il suo ultimo allievo. Nell’82 creò il museo... frutto di una passione di famiglia. Sophie è anche la direttrice artistica degli spettacoli equestri che periodicamente prendono vita sotto il Dôme. Attraverso la propria storia, Chantilly ha fatto del cavallo il suo vessillo a cui rende omaggio, scolpendolo per l’eternità nella pietra. Qui la leggenda può confondersi con la realtà: c’è chi sostiene che il sogno di Louis-Henri de Bourbon di reincarnarsi in un cavallo si sia realizzato. E alla favole non resta che credere.
Barbara Leoni